Perché i tuoi gamberi surgelati potrebbero nascondere un segreto: 30 secondi che ti faranno risparmiare soldi e salute

Quando afferriamo una confezione di gamberi surgelati dal banco frigo del supermercato, raramente ci soffermiamo a decifrare le informazioni stampate sulla parte posteriore. Eppure, dietro quelle diciture apparentemente chiare si nasconde una delle zone grigie più problematiche dell’etichettatura alimentare: la vera origine geografica del prodotto che porteremo in tavola.

Il confezionamento non è l’origine: una distinzione fondamentale

La normativa europea impone l’indicazione dell’origine per i prodotti ittici, ma esiste un margine interpretativo che molti operatori sfruttano a proprio vantaggio. Il Regolamento UE n. 1169/2011 stabilisce che per i prodotti della pesca e dell’acquacoltura debba essere indicata la zona di cattura o il paese di allevamento, il metodo di produzione e la denominazione scientifica della specie. Tuttavia, non sempre viene specificato chiaramente se diciture come “confezionato in Italia” o “lavorato in Spagna” equivalgano all’origine primaria del prodotto.

Sulla confezione potrebbe comparire la dicitura “confezionato in Italia” o “lavorato in Spagna”, senza che questo ci dica assolutamente nulla su dove quei gamberi siano stati effettivamente pescati o allevati. Il risultato? Un’informazione tecnicamente corretta ma sostanzialmente fuorviante per chi cerca trasparenza.

Questa pratica crea un doppio problema per chi acquista con consapevolezza. Da un lato impedisce di valutare gli standard ambientali e sanitari applicati durante l’allevamento o la cattura. Dall’altro rende impossibile una scelta etica basata sulla sostenibilità delle pratiche produttive e sulle condizioni lavorative nei paesi di provenienza.

Cosa dovrebbe dirci l’etichetta e cosa effettivamente dice

Per i prodotti della pesca e dell’acquacoltura devono essere indicate almeno tre informazioni essenziali: la zona di cattura o il paese di allevamento, il metodo di produzione e la denominazione scientifica della specie, come il Regolamento UE n. 1379/2013 prevede. Nella pratica, molte confezioni riportano queste informazioni in modo criptico o poco visibile.

Le zone FAO di pesca vengono spesso indicate con codici numerici che pochissimi consumatori sono in grado di interpretare. Un “FAO 71” si riferisce all’Oceano Pacifico occidentale, comprendente aree vastissime con caratteristiche ambientali completamente diverse. Per i gamberi d’allevamento, la situazione non migliora: la dicitura generica “allevato” seguita da un paese che potrebbe essere quello di ultima lavorazione anziché di effettivo allevamento.

Le informazioni nascoste nei codici e nelle diciture tecniche

Alcune confezioni riportano diciture come “sgusciato in” o “surgelato in”, che rappresentano operazioni di trasformazione successive alla pesca o all’allevamento. Un gambero può essere pescato nel Sud-Est asiatico, sgusciato in un paese europeo e confezionato in un terzo stato. Quale di questi comparirà in evidenza sull’etichetta dipende spesso da scelte di marketing più che da obblighi normativi stringenti.

Perché la provenienza reale fa la differenza

Conoscere l’origine effettiva dei gamberi non è un vezzo da consumatori schizzinosi, ma una questione che tocca diversi aspetti cruciali della nostra scelta d’acquisto. Gli allevamenti intensivi di gamberi in alcune aree del mondo utilizzano pratiche che in Europa sarebbero vietate: densità elevatissime, uso massiccio di antibiotici, deforestazione di mangrovieti per creare vasche di allevamento.

Alcuni paesi applicano controlli rigorosi sui residui di farmaci veterinari e contaminanti, altri hanno standard molto più permissivi. Senza sapere dove il gambero è stato effettivamente allevato o pescato, non possiamo valutare a quale regime di controllo è stato sottoposto. La qualità organolettica e nutrizionale del prodotto finale può variare drasticamente a seconda del sistema produttivo utilizzato.

L’impatto ambientale invisibile

I metodi di pesca e allevamento variano enormemente in termini di sostenibilità ambientale. La pesca a strascico in acque profonde ha un impatto ecosistemico completamente diverso dalla pesca selettiva in acque costiere. Similmente, un allevamento biologico estensivo non può essere paragonato a una vasca intensiva dove ogni metro cubo d’acqua contiene decine di esemplari.

Senza trasparenza sulla provenienza geografica reale, diventa impossibile premiare con i nostri acquisti chi adotta pratiche più rispettose dell’ambiente marino e delle comunità locali. La conversione di mangrovie per creare allevamenti intensivi rappresenta uno dei problemi ambientali più gravi legati alla produzione di gamberi tropicali.

Come orientarsi tra le informazioni disponibili

Nonostante le difficoltà, alcuni elementi possono aiutarci a fare scelte più consapevoli davanti al banco dei surgelati.

  • Cercate la dicitura “pescato in” o “allevato in” seguita da un’indicazione geografica specifica, non da “confezionato” o “lavorato”
  • Verificate la presenza del metodo di produzione: pescato, allevato, o derivante da acquacoltura biologica
  • Controllate le zone FAO e, se necessario, informatevi preventivamente su cosa indicano i codici più comuni
  • Privilegiate le confezioni che riportano informazioni dettagliate e facilmente leggibili, segnale di una filiera più trasparente

Il potere delle nostre scelte quotidiane

Ogni volta che acquistiamo gamberi surgelati senza poter verificare la loro origine effettiva, rinunciamo implicitamente al nostro diritto di scegliere in modo informato. Questo non significa boicottare un prodotto comodo e versatile, ma pretendere quella trasparenza che dovrebbe essere la norma e non l’eccezione.

Le aziende che investono in filiere tracciabili e sostenibili meritano di essere riconosciute e premiate. Quelle che invece sfruttano le ambiguità normative per mascherare provenienze poco chiare dovrebbero essere stimolate dal mercato a cambiare rotta.

La prossima volta che vi trovate di fronte allo scaffale dei surgelati, prendetevi quei trenta secondi in più per leggere l’etichetta con attenzione. Chiedetevi: questa confezione mi sta davvero dicendo da dove vengono questi gamberi, o mi sta solo dicendo dove sono stati messi in una scatola? La risposta potrebbe sorprendervi e orientare diversamente la vostra scelta. Perché sapere cosa mettiamo nel carrello non è solo un nostro diritto: è anche la prima forma di tutela che possiamo esercitare come consumatori.

Quando compri gamberi surgelati leggi dove sono stati pescati?
Sempre controllo origine reale
Guardo solo il prezzo
Mi fido del confezionato in Italia
Cerco ma non capisco etichette
Non compro mai gamberi

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